Rendi Speciale il tuo Viaggio di Nozze in Giappone: Sposarsi con Cerimonia Shintoista

di Valentina

Un’idea speciale per il viaggio di nozze in Giappone con la Wak Japan.

Seduta nella hall del Grand Hotel di Kyoto, mi guardo attorno nervosa, in attesa.
Una distinta signora in un elegante kimono giapponese attira la mia attenzione. E’ proprio lei che stavamo aspettando, e ne ho la conferma dal suo gentile cenno della testa.
Piacere di conoscervi, Valentina e Manuel. Sono Emiko Ashida e sarò interprete e assistente durante il vostro matrimonio. Congratulazioni!
Mi porge il suo biglietto da visita con entrambe le mani, come l’etichetta giapponese insegna, e ci fa strada verso il taxi.

Emiko pensa che stiamo trascorrendo il viaggio di nozze in Giappone. E’ curiosa di sapere della nostra cerimonia in Italia, ma le riveliamo che non siamo ancora sposati.
Si meraviglia, e dal suo sorriso pacato lascia trasparire vera emozione. Ci rivela allora di essere onorata di assisterci durante il nostro “primo” matrimonio. In realtà la cerimonia a cui parteciperemo non ha valore legale, ma si svolgerà secondo i canoni della vera tradizione shintoista.

Dopo pochi minuti, arriviamo nella sede dell’agenzia con cui ho prenotato via web questa esperienza speciale, la Wak Japan.
Questa agenzia offre al turista molte esperienze autentiche, e quella che ho scelto io è molto apprezzata da chi sceglie di trascorrere il proprio viaggio di nozze in Giappone.
Il nostro nervosismo si scioglie grazie all’innata cordialità e ai sorrisi con cui lo staff al femminile ci dà il benvenuto.

Il trucco e il vestito

Saliamo al piano superiore, dove truccatrice, stilista e parrucchiera mi aspettano. Durante tutta la preparazione Emiko è con noi, sempre pronta a rispondere alle nostre domande. Ci dice che la cerimonia scintoista sta pian piano cadendo in disuso, perché i giapponesi preferiscono celebrare il loro matrimonio secondo lo stile occidentale.
Penso che forse è anche per questo che Emiko e il suo staff sono così entusiaste di condividere con noi questa esperienza, e nel mio cuore spero di essere in grado di rendere onore a questa tradizione millenaria.
Il mio trucco viene lasciato naturale, con tocchi di rosso sulle palpebre. I capelli invece devono essere resi voluminosi con dei piccoli cuscinetti di extension, e decorati con fiori, come la tradizione vuole.

viaggio di nozze in giappone trucco

Per farmi vestire e stringere intorno ai miei fianchi lo shiromuku, ci vogliono due persone. La veste esterna è candida, con decorazioni lucide di gru, eleganti uccelli che in Giappone hanno un significato propizio e auspicano agli sposi una felice e lunga vita insieme.

viaggio di nozze in giappone sposa

Manuel osserva la mia trasformazione, ammirato.
“Non ti ho mai visto così raggiante.” Anche lui sembra a suo agio nel suo kimono nero da cerimonia, il montsuki.
Il tocco finale al mio aspetto viene dato dal velo, chiamato wataboshi, che come nella tradizione occidentale nasconde il volto della sposa a tutti tranne che allo sposo fino alla fine della cerimonia.

La cerimonia shintoista nel jinja

E’ un vero tempio quello che ci accoglie; il jinja si riconosce per il gigantesco torii di pietra che si trova all’entrata. Per questo motivo il fotografo non è ammesso durante la cerimonia.

viaggio di nozze in giappone torii

Dopo esserci purificati con l’acqua della sorgente, il sacerdote agita dei campanelli per attirare l’attenzione e chiedere la benevolenza ai kami, gli spiriti e i fenomeni naturali venerati dallo scintoismo. Poi intona una litania, il norito.
Non capisco le parole della preghiera, ma mi sembra di aver colto il suono dei nostri nomi. Emiko me ne dà la conferma, perché il sacerdote ha appena chiesto benevolenza alle divinità anche in nostro nome.
Guardo Manuel che rapito segue i gesti del sacerdote. Come Emiko dietro di noi ci indica, al momento giusto battiamo due volte le mani e con un inchino preghiamo.
Alla fine, l’officiante ci porge dei rami di tamagushi, una pianta sempreverde asiatica propizia agli sposi, che dobbiamo offrire in dono sul banchetto con il gambo rivolto verso l’altare.

Il cuore del matrimonio giapponese

E’ il momento del cuore dell’evento. Emiko sarà la nostra officiante: ci spiega che la nostra unione sarà saldata con lo scambio delle tre tazze di sake, da cui prenderemo tre sorsi per ognuna.
Si pensa che questa usanza sia stata tramandata da una consuetudine dei samurai, che condividevano una coppa di sake prima di affrontare la guerra.
Si chiama cerimonia del san san kudo, dove il tre si ripete tre volte, numero fortunato nella tradizione giapponese.
Con la coppa più piccola rendiamo grazie al passato, perché ha permesso il nostro incontro; con la seconda, ringraziamo il presente e mostriamo la determinazione di volerci unire in matrimonio; infine auspichiamo un futuro felice anche per i nostri figli e ai posteri, bevendo dall’ultima tazza, la più grande.

viaggio di nozze in giappone san san kudo

E’ quasi l’una. Dopo aver pranzato con un bento, Emiko ci riaccompagna alla stazione di Kyoto, e ci saluta. Prima però, ci fa un ultimo dono: caramelle e spezie benedette dal sacerdote e un furoshiki, un bellissimo fazzoletto giapponese blu.

Le parole di questo post non riescono del tutto a descrivere quella che è stata un’esperienza unica e indimenticabile… Il paese del Sol Levante riempie il cuore e l’anima 🙂 E questa è un’idea perfetta per rendere ancora più speciale il tuo viaggio di nozze in Giappone.

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6 commenti

Silvia Aprile 30, 2016 - 1:38 pm

Wow, sono senza parole! Deve essere stata un’esperienza fantastica. Bellissime anche le foto, ma soprattutto bellissimi sia tu che Manuel 🙂

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Valentina Aprile 30, 2016 - 2:04 pm

Hahaha, grazie di cuore Silvia! 🙂

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Futura Maggio 3, 2016 - 10:51 pm

Uno dei posts più originali, che mi ha fatto scoprire una cosa della quale ero completamente all’oscuro! Bravissima Valentina, sono stati sicuramente dei momenti incredibili ed intensi.
Baci!

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Valentina Maggio 3, 2016 - 11:30 pm

Grazie mille Futura!
Mi sono imbattuta per caso in questa realtà, ma non ho esitato un attimo a fare questa esperienza. E ne è valsa davvero la pena 🙂

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Teresa Maggio 6, 2016 - 8:02 pm

Un articolo davvero molto originale, me lo sono letto tutto d’un fiato!

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Valentina Maggio 7, 2016 - 11:33 am

Ciao Teresa, grazie mille! Ne sono davvero contenta 🙂 spero di aver trasmesso anche solo un po’ la magia di quel momento!

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